Abu Dhabi ha un’interessante anima verticale.
Questa scoperta l’ho fatta solo di recente, grazie proprio al nostro inscatolamento ufficiale, che risale a circa un mese fa (a giudicare dal candido shatush regalatomi da Madre Natura che uso come cronometro e a cui mi sto pure affezionando).
La dimensione verticale di Abu Dhabi è dominata dalla skyline, con la “torre mozza” del Burj Mohammed Bin Rashid, il grattacielo più alto di Abu Dhabi, che nei suoi 382 metri e 92 piani (inclusi quelli sotterranei) ospita una parte del World Trade Center.
E poi tutti gli altri giganti, dalle forme eccentriche: il grattacielo rotondo, che chiamiamo affettuosamente il biscottino/la monetina, il grattacielo ananas, i matitoni, il grattacielo con le stelline, quello ondulato, le sorelle Etihad, quello con la palla da golf, la torre-di-pisa… ecco, solo per darvi un’idea di quanto variegato e fantasioso sia il profilo dei giganti di Abu Dhabi e del perché ci venga spontaneo usarli come riferimento-landmark quando andiamo in giro. Anche da un micro balcone o da una finestra nella city, comunque, è possibile vederne almeno uno e alla fine ci si affeziona pure.
Dovete anche sapere che i grattacieli di Abu Dhabi ospitano spesso non solo uffici e centri commerciali ma anche hotel e appartamenti che hanno una vista spettacolare. Da alcuni, sembra di essere a bordo di un aereo, in quella fase emozionante che precede l’atterraggio e ti regala tutta la città, in un colpo d’occhio.
Ecco, in molti di questi appartamenti con vista mozzafiato, spesso i balconi non esistono ed è vietato aprire le finestre. Vi potete godere la vista meravigliosa dai vetri, inebriandovi dell’aria condizionata.
Quando ho chiesto motivazione di questo supplizio di Tantalo, mi è stato risposto che serve per non fare entrare aria caldo-umidissima in estate, con il rischio di trasformare l’appartamento in una distesa di licheni, o di portarsi il deserto in casa quando il vento tira forte. E che, naturalmente, è soprattutto una misura di sicurezza per evitare cadute nefaste.
La dimensione verticale di Abu Dhabi è fatta non solo da questi illustri giganti, ma anche da edifici che, più modestamente, si attestano intorno ai 10-15 piani o poco più. Qui, per l’apertura di balconi e finestre c’è margine di trattativa.
Nel corso delle mie zingare vicende, un paio di mesi prima del carognavirus, arrivo nell’attuale aparthotel, di appena 15 piani in totale, con destinazione decimo piano.
La prima cosa che mi colpisce è la vista mare della Corniche all’orizzonte, offerta da due balconcini. Sigillati. Ve la faccio breve: alla fine ne ho ottenuto l’apertura firmando una liberatoria, in cui mi impegno a non lanciarmi di sotto, e, nel caso non ne possa proprio fare a meno, dichiaro di sollevare i proprietari da qualsiasi responsabilità.
Dunque, se nella dimensione verticale di Abu Dhabi, il balcone “usabile, già prima del carognavirus era una conquista, figurarsi adesso, nella nostra quotidianità inscatolata: per minuscolo che sia, l’affaccio ha un valore inestimabile.
Permette non solo di prendere aria, ma anche di socializzare un minimo a debita distanza, e di esplorare, sempre in sicurezza, l’interessante dimensione verticale del paesaggio di Abu Dhabi, fatto di skyline, di edifici, di balconi e finestre che racchiudono le vite di expat da tutto il mondo, di cieli bellissimi e perfino di volatili, tortore e merli diventati improvvisamente curiosi e socievoli come i gatti della Corniche.
Un osservatorio perfetto, e da qui continueremo ad esplorare.