Ho raccolto in questo post note su alcune caratteristiche della cucina emiratina.
Da premettere che, fino a non molto tempo fa, era abbastanza raro trovare ad Abu Dhabi ristoranti in cui si servisse autentica cucina emiratina, ma abbiamo notato con piacere che di recente piatti tipici e ristoranti emiratini stanno cominciando ad apparire con maggiore frequenza, grazie a interessanti iniziative di riscoperta e valorizzazione delle tradizioni locali.
Alla fine del 2020, ad esempio, prima della Giornata Nazionale, il Dipartimento del Turismo di Abu Dhabi ha lanciato Emirati Cuisine program, per promuovere la cucina locale nei ristoranti degli hotel, con una serie di iniziative, incentivi e corsi online , comprese le lezioni video tenute da Mrs. Khulood Atiq , chef emiratina di professione, molto apprezzata. Su YouTube puoi trovare la sua serie “Simply and Delicious – Learn how to cook Emirati Food” dove Mrs. Khulood spiega e prepara in diretta ricette della tradizione (ci sono i sottotitoli in inglese).
Qui vediamo alcune note, che mi sono appuntata durante le mie esplorazioni, per avere una panoramica generale.
Le pietanze principali della tradizione emiratina si basano su carne e pesce grigliati o cotti a lungo con verdure (patate, cipolle, zucchine, melanzane e ortaggi locali), insaporiti da spezie e accompagnati da riso o altri cereali.
Le carni utilizzate sono principalmente quelle di agnello, capra, montone, manzo, pollame, macellate secondo le prescrizioni islamiche (certificate Halal); per il pesce si preferisce il pescato del Golfo che offre molta varietà, come l’Hammour o il Kingfish.
Le spezie sono fondamentali, e nella cucina emiratina sono usate generosamente, fra le altre, cardamomo, zafferano, zenzero, curcuma, coriandolo e timo. Sono molto apprezzati altri aromi e aromatizzazioni naturali, per esempio quella data dai lime secchi fatti bollire in acqua.
Le pietanze principali sono introdotte da semplici insalate e verdure crude (comunemente cetrioli o pomodori) e zuppe: a me personalmente piace molto quella semplice, tradizionale di lenticchie, accompagnata da uno spicchio di limone.
Ad Abu Dhabi ho imparato ad apprezzare i datteri, che sono davvero particolari e ricchi di nutrienti e sono utilizzati per i dolci, farciti con pistacchi, mandorle, noci o ricoperti di cioccolata.
I datteri che trovi ad Abu Dhabi sono per lo più di produzione locale o di vicini Paesi del Golfo, come l’Oman o l’Arabia Saudita.
Nei supermercati si trova anche la pasta di datteri, da spalmare o da usare nella preparazione di dolci.
Al mercato dei datteri di Al Mina, e sempre più frequentemente anche nei supermercati locali, trovi i datteri freschi, che rispetto ai datteri secchi sono considerati meno calorici, con un maggiore contenuto di vitamina C ma con un contenuto inferiore di altri nutrienti come il calcio e il ferro.
I datteri, serviti con il gahwah (caffè arabo speziato con cardamomo, oppure zafferano, cumino o chiodi di garofano), sono il simbolo dell’accoglienza emiratina e sono offerti all’ospite per dare il benvenuto.
I dolci emiratini tradizionali sono piuttosto sostanziosi. Tra i più comuni:
- il Bathieth, a base di datteri, burro, farina integrale, mandorle, sesamo, nocciole e acqua di rose (molto utilizzata nella preparazione dei dolci, insieme all’acqua di fiori d’arancio)
- il Khanfroush, un impasto fritto di riso, uova e zucchero
- i Luqaimat, ottenuti da una pastella fritta a basi di burro, latte, zucchero, farina, lievito, cardamomo e zafferano, preparati tradizionalmente per il mese del Ramadan.
- Molto noto è anche il Balaleet, un dolce servito per colazione nei giorni di festa. Il Balaleet tradizionale è costituito da una base di vermicelli addolciti con zucchero, aromatizzati con acqua di rose, cardamomo, zafferano, sovrastati da un’omelette, a volte con contorno di cipolle e patate saltate.
La consistenza del piatto è dovuta al fatto che viene di solito servito nel giorno dell’Eid al Fitr, la festa che conclude il periodo di digiuno intermittente del Ramadan.

Fonte: Wikiemirati, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Nei supermercati da qualche tempo si trova facilmente anche il latte di cammella, anzi di “dromedaria” per essere precisi, fresco o a lunga conservazione, dal sapore un po’ deciso (per il mio palato) ma che sembrerebbe contenere ottime proprietà tanto da essere considerato un “super food”.
Dal latte di cammella si ricava anche il laban, una sorta di buttermilk o latticello, la cioccolata al latte locale e prodotti cosmetici per la pelle, che trovi un po’ dappertutto, anche nei negozi di souvenir o all’aeroporto di Abu Dhabi.