Strani appellativi geografici. Vari indizi, anche da Internet. La terza domanda del test dell’expat.
Ma procediamo con ordine: prima di tutto alcune informazioni di base per capire il complicato confronto Abu Dhabi Dubai:
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Primo indizio: Abu Dhabi, vicino Dubai

Durante i primi giorni del mio soggiorno emiratino, complice una temperatura media intorno ai 40 gradi, l’esplorazione di Abu Dhabi parte da Internet.
Navigando, mi imbatto nel blog di Farrukh.
Leggo nella testata che Farrukh blogga “from Abu Dhabi, near Dubai, UAE”: ahaha che carino, penso, “da Abu Dhabi vicino a Dubai” e mi fa sorridere.
Ma mi viene un orrendo sospetto. Googlo e scopro che “Abu Dhabi near Dubai”, oltre a essere una divertente boutade, viene usato sul web con una certa disinvoltura: è quasi un appellativo geografico!
Secondo indizio: Abu Dhabi o Dubai?
Terza domanda di rito, quando due expat si incontrano ad Abu Dhabi. L’incontro è inevitabile, visto che circa l’80% della popolazione è formata da immigrati (Medio Oriente, India, Pakistan, Filippine, Nepal, Australia, America, Europa. Questi ultimi tutti classificati genericamente come “Western”.)
Dopo: “Da dove vieni?” e “Cosa ci fai ad Abu Dhabi?” segue: “Abu Dhabi o Dubai?”, che è un po’ un primo approccio per capire che tipo sei.
Non sono ammesse vie di mezzo: o l’una o l’altra, ti ho chiesto una preferenza. La risposta, nella maggior parte dei casi, ti condanna senza appello a essere catalogato nel Gruppo Muffe se la tua inaspettata risposta è Abu Dhabi, che sembra dovere piacere solo a famiglie con pargoli e couchpotatoes (leggi: pantofolai, amebe). A volte registro qualche compassionevole tentativo di redenzione (da “Certo è da poco che sei ad Abu Dhabi” a “Com’e’ possibile?”. Ho deluso alcune persone.)

E Abu Dhabi?
Dopo un po’, anche io imparo a infilare la terza domanda dell’expat: “Abu Dhabi o Dubai?”
Quasi sempre la risposta è Dubai.
Perché, chiedo.
Ma è ovvio. Dubai è bella, piena di vita, locali animati da “bella gente”, mega primati. A Dubai si trova il Burj Kalifa, che è il grattacielo più alto del mondo, (quello che Tom Cruise si è scalato in un Mission Impossible), una metropolitana avveniristica che sembra l’Enterprise, una skyline strepitosa, hotel spettacolari di una bellezza che rasenta la follia creativa, l’Emirates Mall, il centro commerciale più grande e più sontuoso del mondo con dentro le piste da sci, un acquario in cui nuotano squali e sub, le fontane danzanti e le boutique extralusso, un super-iper-mercato dove perfino gli scaffali dei detersivi ti incutono soggezione.
Tutto vero, Dubai è unica. “E Abu Dhabi?” incalzo.
(Eh ma non c’e’ vita… non puoi andare in giro… ma dopo un po’ cosa fai ad Abu Dhabi).
A dire il vero raccolgo anche poche ma decise preferenze per la capitale emiratina.
Perché preferisci Abu Dhabi, chiedo.
Ma è ovvio. Abu Dhabi è piena di vita, di tante vite interessanti, di contagiosa energia. E poi è sicura (ha un tasso di criminalità vicino allo zero), vivibile. E soprattutto Abu Dhabi riesce a sorprenderti sempre se hai la pazienza di girartela “palma a palma”, insomma è di quelle bellezze che si mostrano solo in parte. Non ci sono solo Emirates Palace, la Grande Moschea, Ferrari World e Corniche. Poi devi andare a scoprirtela.
Tutto vero, Abu Dhabi è unica. E di Abu Dhabi non sappiamo niente.
Andiamo a vedere, non saranno 40 gradi a fermarmi.